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Altri sardoni. Il salto dell'acciuga

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#parolegolose Forse stiamo diventando monotematici e anche un po' monomaniaci con il #clubdeisardoni e attività connesse #insardoniwetrust Ma a ogni passo, quando pensiamo di essere prossimi alla fine della ricerca (non si va solo in cerca di "una di sardoni" nei buffet osterie trattorie tavole di amici che sanno cucinare, ma anche di letture, appunti, storie scritte, testimonianze) scopriamo mondi aggiuntivi che ci piace scoprire.  Ed ecco che anche la rubrica domenicale #parolegolose di oggi racconta di acciughe (che ormai sono parenti strettissime dei sardoni lo sappiamo tutti vero?)

"Le notti erano lunghe, in mare. E diventavano più lunghe, quando si attaccavano pezzi di mattina, perchè il pescato era insufficienrte e si doveva fare alcuni bordi, battendo il remo, dietro i branchi di mormore e di orate. Allora il Giga si metteva a rovistare da poppa a prua, sollevando i paglioli, spostando nasse, reti, buglioli, in cerca di scaglie, frammenti di pesce secco.

Poi con il suo prezioso bottino si isolava sulla coperta di poppa. Un odore aspro s'allungava sul gozzo e sul mare, un colore violastro che prendeva consistenza, disegnando forma e sostanza d'acciuga". Nico Orengo, Il salto dell'acciuga. Einaudi editore. 1997 

@nicolasantini8

dalla quarta di copertina: In questo libro, che ha l’agio divagante di una conversazione tra amici, Orengo prova a superare la cresta delle colline e dei monti che cingono i «suoi» territori, e a spingersi verso il Piemonte. Lo fa seguendo una traccia antica e avventurosa: quella del commercio del sale e delle acciughe, un traffico che si perde oltre il Medioevo nella notte delle fiabe e dei miti.
Il mondo marinaro si fonde a quello contadino; antiche leggende evocano scontri e contese di timbro epico, ma anche improvvise pacificazioni; il nome di un paese può diventare la chiave per scoprire un enigma. Sono stati forse gli arabi, stanchi di troppe guerre e scorrerie, a farsi mercanti di quel «pesce di montagna» che si conserva nel tempo? quali agguati attendevano i carretti degli acciugai? fin dove arrivavano i loro commerci? quali paesi sono il centro di una ragnatela di rapporti che sono anche culturali? quali sono i riti e i canti che accompagnano la bagna caoda? ed è possibile che sia nata proprio sulle spiagge di Liguria, magari nei recipienti in cui tre vecchi pescatori pestano all’alba frammenti di pesce secco?
Orengo racconta, ricorda, intreccia notizie storiche e storie di paese, insegue mestieri perduti, odori e colori, si incanta, ci incanta, accompagnandoci alla scoperta delle verità poetiche e umane che si nascondono nei viaggi millenari del sale e dell’acciuga.

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