5 febbraio. Si festeggia sant'Agata
#parolegolose. Sant'Agata. Santa patrona di Catania. Si festeggia con un dolce dalla suggestiva storia. Dopo la Settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, è considerata la terza festa popolar-religiosa più famosa al mondo.
Un dolce che simboleggia la festa.
Le cassatelle o Minne di Sant’Agata sono dolci di forma semisferica che rappresentano i seni della giovane strappati con delle tenaglie, secondo tradizione tramandata, per obbligarla ad abbandonare la sua fede e a cedere alle lusinghe di Quinziano, proconsole della città.
Le minne sono composte da un guscio di pasta frolla o di pan di spagna imbevuto di liquore. Il ripieno è rigorosamente a base di ricotta di pecora, preventivamente lavorata con zucchero e arricchita con canditi e cioccolato fondente. La cassatella è interamente ricoperta da una candida glassa di zucchero alla cui sommità svetta una ciliegina candita che rappresenta il capezzolo.
Questi dolci vanno solitamente serviti a coppie, rafforzando l’immagine che rappresentano.
Olivette di Sant'Agata
Meno famose internazionalmente delle Minne ma altrettanto buone e assai apprezzate dai catanesi sono le Alivetti o aliveddi. Dolcetti di pasta di mandorla a forma di oliva, di colore verde e ricoperti di zucchero.
La leggenda
Narra la leggenda che mentre Agata era inseguita dai soldati di Quinziano di lei invaghitosi e da lei respinto, comparve quasi all'improvviso una pianta di olivo selvatico che la nascose alle guardie. In seguito le olive di quell’albero divennero farmaco miracoloso per i malati. Per rievocare l’episodio, nel 1926, quando le reliquie della Santa vennero riportate da Costantinopoli a Catania, fu piantato un ulivo nei pressi del luogo dove Agata era stata imprigionata e dove morì il 5 febbraio del 251 d. C.
P. S. Fino al Settecento, la devozione popolare nei confronti di sant’Agata era diffusa anche a Palermo, prima che il culto di santa Rosalia diventasse preponderante.
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