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ERSA pubblica l'opus magnum sul re dei bianchi, oggi Friulano

“Tocai e Friulano. Un racconto di civiltà del vino” è il libro voluto da ERSA per raccogliere tutto quello che si conosce, oggi, sul vino Friulano (ex Tocai) e sul vitigno da cui si origina. Un'opera prima ed omnia al tempo stesso che è il tributo ad un vino che forse più di ogni altro rappresenta la spiccata vocazione vitivinicola del Friuli Venezia Giulia identificandosi con il nome di una lingua parlata, quello di un popolo

e, dal 2007, anche con quello di un vino, il Friulano appunto.

Le 456 pagine dell'opera contengono i contributi di 16 studiosi articolati in cinque sezioni che indagano, nei dettagli: storia e geografia del Tocai, ampelografia e agronomia, produzione e abbinamenti, bibliografia generale. Il capitolo dedicato al Tocai e Friulano raccontato da… include una raccolta di apporti di giornalisti di fama nazionale ed internazionale e si conclude con il contributo di Gian Mario Villalta.

Su questo interviene il Direttore Generale di Ersa, Mirko Bellini, con tali parole: “Ci tengo a sottolineare come questa seconda parte del libro, particolarmente voluta da Ersa, ospiti una selezione di pezzi prodotti da giornalisti, opinion leader ed esperti wine writer sull'argomento della pubblicazione, laddove il taglio stilistico dei contributi, così diverso da quello più tecnico-scientifico dei pezzi degli altri autori è evidenziato anche dall'impiego di un diverso tipo di carta. L'idea è stata quella di chiedere di trascrivere, a coloro che lo fanno per professione, il loro punto di vista sul Friulano.

Ovvero come è considerato dalle diverse categorie degli operatori del settore, quale possa essere delineato come il suo futuro, in quale modo e con quali parole oggi se ne parla. Tutto questo con l'obiettivo ultimo di considerare il mercato come il vero palcoscenico sul quale il Friulano può e deve esprimersi in un'ottica di filiera corta che mira ad attribuire valore alla materia prima, esaltando l'intero processo a cui va garantito un incremento di valore aggiunto”.

Sfogliando la pubblicazione si incontrano approfondimenti, statistiche, analisi genetiche, schede clonali, alternati a decine di immagini: dalle foto d'epoca alle etichette storiche, ai francobolli, fino alle scannerizzazioni di foglie e particolari di Tocai friulano, ci si imbatte in una serie piacevolmente senza fine di dettagli stilistici di pregio che fanno di questo libro una pietra miliare dell'argomento, in ambito non solo nazionale, ma europeo.

“Con l'Ungheria – commenta il curatore dell'opera Enos Costantini – il nostro Tocai non ha niente a che spartire. Questo vitigno arrivò in regione dalla Francia a fine Ottocento, in conseguenza della fillossera che, giunta dall'America, aveva decimato le vigne locali. Rovinati, gli agricoltori dovettero cominciare da capo e dalle terre francesi importarono una vite che si chiamava Sauvignonasse (a sottolinearne la somiglianza con il Sauvignon) che ribattezzarono Tocai per emulazione: il vino ungherese infatti, era al tempo molto famoso e apprezzatissimo. Da lì la pianta si diffuse in tutto il Friuli, ma anche in Veneto e, oltre il confine, nel Collio sloveno. La panoramica affrontata nell'opera non poteva, evidentemente, escludere il Tokaji dell'Ungheria a cui è dedicata un'ampia sezione”.

Edito da Forum editrice universitaria, il volume sarà presentato giovedì 14 marzo 2013 alle ore 18.00 a Cividale, nei locali dell'Istituto Tecnico agrario intitolato a Paolino d'Aquileia, unica sede regionale di una Scuola di enologia che l'anno scorso ha celebrato il trentennale della sua nascita.

Nei giorni successivi l'opera sarà disponibile nelle librerie.

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