Dalla Slovenia con Amore
Lunedì 26 Novembre noi appassionati di vino, di cibo e di cose belle, ci siamo ritrovati nella sala Ailanto sull’esclusivo rooftop dell’albergo Marriott Grand Hotel Flora, nell’aristocratica Via Veneto.
Credo che Roma sapesse dell’evento, visto che un tiepido clima innaturale per il mese di Novembre ha accolto tutti noi. Scenario da mille e una notte, con vista su Roma da far spezzare il fiato e mirar le stelle. Evento esclusivo reso indiscutibilmente perfetto grazie all’organizzazione di Andreja Lajh, le cui proposte sono ormai diventate per la capitale sinonimo di qualità. I viticoltori di quattro diverse regioni Slovene con i loro 45 vini presenti in degustazione hanno reso la serata estremamente interessante. I produttori presenti: Batič, per la regione VIPAVA/VIPACO, ŠTAJERSKA/SYTRIA, Joannes, Pullus, Steyer. Unico per la regione ISTRA/ISTRIA, Rodica, mentre per la regione BRDA/COLLIO SLOVENO, Edi Simčič, Marjan Simčič, Movia, Wine Cellar Goriška Brda. Hanno espresso creatività e bravura, con i loro piatti, tre chef sloveni: KSENIJA KRAJŠEK MAHORČIČ, ristorante Gostilna Mahorčič, MARKO PAVČNIK ristorante Pavus, IGOR PERESSON ristorante Etna. Presente come ospite d’onore l’italiano Chef Alfonso Caputo del ristorante la Taverna del Capitano. Ma andiamo per gradi, partendo dalle degustazioni vini.
Ho iniziato con assaggiare Puro della cantina Movia, spumante prodotto con metodo classico ma dal metodo innovativo e bizzarro: no liquer de expedition no liquer de tirage e no degorgement. Viene fatto rifermentare in bottiglia grazie all’aggiunta di mosto fresco; le fecce vengono espulse non con la sboccatura, ma, al momento di servirlo si immerge il collo della bottiglia in acqua, la pressione di quest’ultima fa fuoriuscire il tappo di lieviti accumulati dall’affinamento della bottiglia a testa in giù. Non sono stata folgorata dal gusto, mentre al naso risulta più interessante e particolare anche se non mi ha convinto del tutto.
Vengono portati i primi 2 piatti in programma: cervo affumicato, con la salsa di lamponi, noce nera, fegato grasso e animella croccante di vitello su purea di prezzemolo, salsa alle erbe e crescione acquatico dello Chef MARKO PAVČNIK e crema di zucca gialla, mousse di ricotta affumicata carsolina e il croccante della pancetta del Carso dello Chef KSENIJA MAHORČIČ.
Proseguo con la degustazione dei Riesling di Joannes, con una mini verticale 2011-2009-2007. Il 2011 risulta essere ancora troppo giovane, chiusissimo al naso, la freschezza inonda il palato, ma sicuramente non pronto. Il 2009 interessante naso con pungenti profumi smaltati e con una acidità prorompente, mentre il 2007 che avevo già assaggiato l’anno precedente si rivela il puledro di razza, che avrà ancora molte vite davanti a sé!
Intervallo la successiva sessione di vini con flan di cavolo e salsiccia scomposta, finocchio e chips di patate Viola di KSENIJA MAHORČIČ.
La serata si fa sempre più intrigante, continuo il mio percorso di degustazione con Steyer Mark e la sua Cuvee 2010, che risulta interessante per la durezza dei vini usati, ma rassicurata dall’uso del gewurztraminer, che lo rende affabile e morbido.
Cerco Batič, mentre assaggio il piatto dello Chef Alfonso Caputo, Spaghetti aglio e olio con le seppie e le sue uova. Mi è stato suggerito di provare l’abbinamento con il Rosé e qui un applauso ad entrambi, perché la maestria del piatto con il fantastico vino hanno decretato l’armonia. Il rosé Batič, prodotto con 100% Cabernet Sauvignon, regala profumi schietti, puliti e non ruffiani di frutta rossa croccante ciliegia e mirtilli. Se si affonda di più il naso si percepiscono note di frutta gialla non matura. E’ un continuo voler approfondire e capire questo vino dal gusto morbido, intrigante e lunghissimo nel finale. Un Rosè che sfido chiunque a definire tale. Incuriosita assaggio il suo blend di vitigni autoctoni, nello Zaria ne troviamo 7, 55% di Pinela, 20% di Zelen, 10% di Rebula, 8% di Vitovska, 4% di Klarnica, 2% di Chardonnay, 1% di Rumeni Muškat, molti dei quali a me sconosciuti. Il risultato? Voler portare a casa questo vino e tenerlo con me per un assaggio più intimo e profondo: Sembra non finire mai! Batič ogni anno convince sempre di più.
Passo a Rodika unico Istriano , con il suo Truške 2009 (refosco, cabernet sauvignon e merlot) solare e gentile al naso, ammicca a frutta dolce: prugna, frutti rossi, presente l’erbaceo del peperone. Brioso, dall’acidità che accompagna il sorso ricco di estratto, il bicchiere riempie la bocca per un finale lungo, continuo e pulito.
Tocca ora al piatto di IGOR PERESSON: risotto rosso alla barbabietola con formaggio di capra carsolino; scopro che è stato preparato con l’autentico Carnaroli Riserva San Massimo, come il suo dolce che assaggio poco dopo e rivelatosi incredibilmente buono: Crema di riso (carnaroli Riseva San Massimo), con crumble alle nocciole tostate e gelato ai semi di zucca.
Non nego che ne ho presi due… eccezionale nei profumi, nella consistenza, nell’armonia al palato che risultava equilibrato ma con la spinta del croccante. Semplicemente Amazing. Ci sono quei piatti che riescono a perforare il palato e rimanere come memoria e inno al buono.
Finisco prima di andar via con la pralina di ribes nero di KSENIJA MAHORČIČ: lo schioppettio dei frizz mi fa tornar bambina. Sono stata benissimo e sono pronta per tornare a casa appagata. In terrazza il mio sguardo continua a perforare il cielo di Roma. Sono felice. Mancano solo altri 365 giorni per avere di nuovo la Slovenia con Amore a Roma!
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