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Bilancio Fedagri FVG della vendemmia 2011

Buona la vendemmia, ma crescono i costi di produzione

Primo bilancio delle cantine di Fedagri Fvg: scende per la prima volta sotto la soglia dei 41 milioni di ettolitri, nel 2011, la produzione di vino italiana, con una contrazione media del 13 per cento rispetto ai volumi dello scorso anno. Un calo produttivo riconducibile in parte a fattori meteorologici (l’eccessivo caldo e la siccità hanno provocato una resa di trasformazione più bassa della media) che, nelle cantine di Confcooperative del Friuli Venezia Giulia è più contenuto.

«Rispetto alle previsioni – spiega Denis Ius,

responsabile vitivinicolo di ConfcooperativeFvg-Fedagri Fvg -, il calo dei conferimenti delle uve è stato contenuto in un 5 per cento di media, in cui però si registrano situazioni molto diverse: più pesanti nell’area ovest del pordenonese e più positive nel Medio Friuli.

Una prima stima di raccolta può essere fatta su 483.000 quintali d’uva, contro i 505.000 quintali del 2010.

Oltre all’andamento stagionale particolare al momento della vendemmia l’annata si caratterizza per una certa quota di estirpi di vigneti (soprattutto di uve a bacca rossa) per reimpiantare Prosecco o Pinot grigio, non ancora in produzione piena.

La qualità delle uve si conferma ottima, con un grado zuccherino elevato e una notevole vivacità nei prezzi visto che le cantine cooperative non hanno giacenze invendute. Su questo punto, però, siamo preoccupati, sottolinea IUs, e temiamo che le nostre aziende possano veder ridotta la loro competitività a causa dei maggiori costi che dovranno fronteggiare. Il minor prodotto conferito dai soci, infatti, provocherà rincari sui costi di produzione per bottiglia.

Se a ciò aggiungiamo pure tutti gli aumenti sui costi di forniture per le cantine legati al rincaro dell’Iva deciso recentemente dal Governo - acquisti di materiale per il confezionamento, macchinari, manutenzioni, trasporti, servizi – che, a livello nazionale, stimiamo gravare per circa 11 milioni di euro l’anno sulle nostre imprese, è palese la difficoltà per le nostre cooperative di capire se il mercato sarà in grado di recepire e assorbire l’eventuale aumento di costo della bottiglia.

 

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