Raccontiamo il nuovo qubi Febbraio 2024
Siamo anche felici di aver reso itineranti i nostri eventi e le nostre presentazioni.
Un desiderio che era nell’aria da tempo, perché il nostro giornale si presenti a turno in tutte le realtà che amiamo raccontare attraverso le nostre pagine.
In questo numero, in un mese così freddo da farci sognare il conto alla rovescia per la primavera, abbiamo voluto raccontare tutto il calore dei piatti della tradizione. Tra bolliti, buffet fumanti, zuppe e cioccolata calda, ci avviamo verso il progressivo allungarsi delle giornate, che significa anche iniziare a immaginare i primi pranzi all’aperto e i pic nic, nel Carso, che saranno protagonisti dei prossimi numeri.
Intanto godiamoci due belle storie: Tea House Theatre a Londra e al Crocevia con un Masterchef che ha scelto Santa Croce per riscrivere la tradizione. (Nicola Santini)
Tendo a ripetermi e mi ripeto: mi piace fare il giornale che vorrei leggere e questo numero di febbraio di qubì è tutto da leggere, da scoprire, da godere. Una sintesi preziosa di gusto e di buon gusto, di profumi e di sapori che allietano la nostra tavola e quindi i momenti più belli e più veri della nostra vita di ogni giorno.
In un’atmosfera mittel che si esprime anche nella scelta del luogo che abbiamo scelto per la presentazione del primo numero del 2024, un numero e un anno molto importanti per la nostra programmazione editoriale di presenza sul territorio, di sinergia con associazioni e istituzioni, di fiducia gioiosa da mantenere con i nostri lettori.
Tra cioccolate fumanti alla viennese e i tortelli al cioccolato che la Carnia propone, fra minestre tipiche come la jota e vini autoctoni come il Ramandolo scopriamo la storia e le storie del nostro mondo locale. Ma le ricette da Parigi e i locali di Londra sono il plus che ci fa conoscere il buono degli altri da vicino e non per sentito dire.
E ancora le nostre Guidine qubiste, le vetrine di tanti appuntamenti che vi raccontiamo. le ricette dei nostri sardoni e quelle della pasta al pomodoro, come un filo rosso che si dipana nella continuità che piace e rassicura. (Fabiana Romanutti)
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