BICENTENARIO ARTUSIANO. 3 APRILE. EMILIA. DA FERRARA LA TORTA TENERINA. ricetta di Giulia Godeassi julietsbelly.com Un dolce tipico della città degli Estensi, adatto in tutti i mesi dell'anno: in inverno accopagnata da un caffè caldo, in estate con una fresca pallina di gelato alla panna. La sua caratteristica principale è di essere bassa e di racchiudere al suo interno un delizioso cuore cremoso.
2 APRILE 2020: ricorre il bicentenario artusiano. Anche noi di qbquantobasta, da sempre sinceri e appassionati sostenitori della riscoperta delle ricette delle regioni italiane, abbiamo deciso di affiancarci alle numerose manifestazioni in onore di Pellegrino Artusi, vero unificatore del linguaggio culinario e gastronomico italiano - leggi al link Bicentenario artusiano- con una rubrica specifica di ricette regionali della tradizione italiana. La rubrica è aperta alla collaborazione dei lettori che possono scriverci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. inviando il testo di preparazione della ricetta (con ingredienti) e almeno una foto in buona risoluzione.
SICILIA: TEGAME DI ARAGONA. La ricetta è di Giulia Godeassi. julietsbelly.com
Timballo o tegame di Aragona
Premessa: Aragona non è il nome delle celebre Casa reale europea, il cui nome trae origine dal Regno d'Aragona sorto nell'XI secolo nella penisola iberica, ma quello di un piccolo comune siciliano dell'agrigentino che, con questo piatto della tradizione contadina, detto anche timballo aragonese è entrato a pieno titolo nella storia culinaria della Sicilia e quindi d'Italia. La preparazione avviene durante il pomeriggio del Sabato Santo e coinvolge la famiglia al completo: marito, figli, nonni, tutti aiutano la padrona di casa a preparare il ragù, a lessare la pasta, a ‘comporre’ il pasticcio e infornarlo. E' una pietanza succulenta ma di origini umili, nata con gli ingredienti che avevano abitualmente nella dispensa: la carne di maiale, il formaggio, la salsa di pomodoro, le uova. Ecco perché non ne esiste una versione unica: uova sbattute e pecorino grattugiato e con fettine di tuma fresca, un cacio ovino tipico dell’isola a pasta semidura e senza sale, che si mangia dopo due settimane dalla produzione.
Era il primo aprile 1911 quando a Forlimpopoli arrivò il telegramma che recitava: Morto Pellegrino Artusi istituendo erede Comune di Forlimpopoli seguirà informativa notaio. Funerali oggi ore quattordici e mezzo. Attendo conoscere sua venuta. Antonio Bonavita, Piazza d’Azeglio, 25. A 59 anni dalla sua partenza dalla città natale, Artusi portava in eredità alla sua città natale, oltre ai beni che avrebbero consentito l'apertura delle biblioteca e di diversi servizi di natura socio-assistenziale, fama a livello nazionale e internazionale grazie al suo volume.
Anche noi di qb vogliamo festeggiare e ricordare Pellegrino Artusi, unificatore del linguaggio culinario dell'Italia unita
e per questo pubblicheremo ogni giorno - dal lunedì al venerdì - una ricetta regionale italiana.
Come data simbolica di avvio delle celebrazioni per il duecentesimo anniversario della nascita (Artusi era nato nel 1820) è stato scelto il primo di aprile, e non potendo festeggiarla con eventi dal vivo, la Città di Forlimpopoli ha deciso di tenere almeno alcuni eventi via web.
I consigli per realizzare i cannoli siciliani nella versione al cioccolato. Con la sicurezza di un ottimo risultato finale. Incominciamo con le indicazioni per la preparazione di sei cialde.
Ingredienti
Per 6 cialde:
140 g di farina 00
20 g di zucchero
6 g di cacao amaro in polvere
50 g di marsala
2 tuorli
Per la crema di ricotta:
500 g di ricotta
200 g di zucchero a velo
30 g di gocce di cioccolato
Preparazione
Per le cialde:
Mescolare in un'ampia ciotola tutti gli ingredienti, formare un panetto e fare riposare per 15 minuti, in frigorifero, avvolto nella pellicola.
Nel frattempo preparare la crema con le indicazioni di seguito.
Riprendere il panetto, lasciarlo 10 minuti a temperatura ambiente, e successivamente, stenderlo sottilmente; tagliare la sfoglia ricavata con un coppa pasta quadrato e avvolgere il cilindro con il quadrato richiudendo bene le estremità. Friggere in olio bollente a 170 °C, immergendovi il cannolo con il suo stampo. Fare dorare da tutti i lati e procedere così con il resto dell’impasto. Lasciare raffreddare.
Preparazione della crema:
Mescolare la ricotta con lo zucchero a velo e il cacao amaro fino renderla cremosa
Lavorare a crema tutti gli ingredienti.
Mettere in frigorifero.
Finitura:
Riempire i cannoli raffreddati con la crema di ricotta. Spolverare con lo zucchero a velo e servire.
La lasagna racconta Napoli e ogni suo strato è un inno all'opulenza del Carnevale. Qui per voi la ricetta perfetta di Simonetta Savino (lacuocagalante.com) pubblicata anche sul numero di febbraio del nostro mensile. E per la filosofia del piatto Filosofia della lasagna napoletana.
La vera lasagna napoletana
Ingredienti
Per la pasta
500 g di lasagne
Per il ragù di maiale
4 costine di maiale
800 g di pomodori pelati (o il corrispondente in passato di pomodoro)
2 cipolle
un bicchiere di vino rosso
olio evo
sale e pepe
Per le polpettine
300 g di macinato di carne misto (manzo e maiale in parti uguali)
150 g circa di mollica di pane asciutto e secco
un uovo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
olio per friggere
Per il ripieno
300 g di ricotta romana
300 g di fior di latte (tenuta in frigo ad asciugare)
300 g di cervellatine di maiale (o salsicce)
parmigiano grattugiato
Preparazione
Per il ragù
Coprite con olio extravergine il fondo di una pentola, unite le cipolle affettate finemente e i pezzi di carne, coprite e rosolate lentamente a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto.
Appena le cipolle prendono colore, togliete il coperchio e sfumate, aggiungendo il vino rosso poco alla volta, alzate la fiamma e fate evaporare.
A questo punto aggiungete i pelati passati poco alla volta, regolate di sale e cuocete a fuoco basso per circa tre ore.
Il ristorante Veleno di Brescia ci manda la sua ricetta delle fritole veneziane. Provate a farle anche voi! • 500 g di farina 00; • 250 g di latte; • 80 g di zucchero; • 50 ml di grappa; • 5 g di sale: • 2 uova medie; • 25 g di lievito; • 150 g di mele; • 100 di uvetta; • buccia di due limoni; • olio di semi per friggere; • zucchero per passarle dopo cotte; • tanto amore; • molta pazienza.
Gli struffoli sono un dolce tipicamente napoletano, ma nelle regioni del sud Italia esistono tante varianti. qui vi propongo la mia versione, ricordando che la tradizione vuole lo struffolo di piccole dimensioni in modo che si gonfi meglio quando entra a contatto con il miele caldo.
Ingredienti 40 g di zucchero, 400 g di farina 00, 60 g di burro fuso, scorza grattugiata di un limone o arancia, 3 uova, un pizzico di vanillina, mezzo cucchiaino di lievito per dolci.
Per la decorazione Miele millefiori o di acacia, frutta candita mista, confettini colorati
Per friggere Olio di semi di arachidi
Preparazione Fondere il burro e lasciarlo intiepidire. Mettere in una ciotola la farina, lo zucchero, le uova, il burro fuso, la scorza grattugiata del limone o arancia, la vanillina, e il li lievito. Impastare bene fino a formare un panetto compatto e omogeneo (se avete la planetaria è tutto più semplice). Coprire e fare riposare per mezz’oretta. Dividere il panetto in pezzi e creare dei bastoncini spessi un centimetro. Tagliare i bastoncini a pezzetti di un centimetro e dare loro una forma arrotondata. Friggere tutte le palline in olio ben caldo e scolarle su carta assorbente. Fare raffreddare gli struffoli, sciogliere il miele in una padella dai bordi un po’ alti e quando il miele si sarà sciolto versarvi gli struffoli e mescolare per amalgamare il tutto. Disporre su un piatto da portata decorando con frutta candita e confettini colorati.
È un primo piatto della cucina povera, che sazia molto, senza ingrassare. La trippa è infatti proteica, ma la sua percentuale di grasso è appena del 4%. Era l'ingrediente ingrediente base per la cena di mezzanotte, servita nelle osterie del Friuli al termine della Messa di Mezzanotte, per scambiarsi festosamente gli auguri. Ingredienti:
500 g di trippa di manzo già tagliata a listerelle e sbollentata (la trovate pronta anche nei banchi dei supermercati) * 30 g di pancetta stagionata * 1 carota * 1 cipolla piccola * mezzo gambo di sedano * 1 patata grossa * un mazzetto guarnito con rosmarino e prezzemolo * 2 lt di brodo vegetale * sale * pepe q.b. * crostini di pane raffermo * Montasio Stravecchio grattugiato a piacere.
Preparazione Tritare finemente la cipolla e il sedano e farli imbiondire in una pentola con la pancetta tagliata a listarelle (potete usare per il soffritto olio evo al posto della pancetta).
Aggiungere la trippa e il mazzetto guarnito di aromi, rosolare, unire anche la carota tagliata a rondelle.
Versare nella pentola il brodo bollente e cuocere fino a che la carota sarà cotta; aggiungere la patata tagliata a fettine e cuocere ancora a fuoco basso per 15 minuti. Insaporire con sale e pepe e lasciare riposare una ventina di minuti prima di servire con crostini e a piacere formaggio stravecchio grattugiato.
Potete farla riposare qualche ora o un giorno intero prima di servirla, sarà più gustosa. Potete anche surgelarla.
Dolce tradizionale delle festività natalizie del sud Italia, gli struffoli sono “uno dei dolci più cari al cuore di noi napoletani, perché il rito vuole che non manchino mai il giorno di Natale”, come scrive Jeanne Carola Francesconi, Piccole, deliziose palline ricoperte di miele di millefiori, decorate con una pioggia di confettini e frutta candita, sono davvero antichissime. Leggenda vuole che siano stati i coloni greci fondatori di Partenope a portarli nel golfo di Napoli. Li preparavano usando gli stessi ingredienti delle lukumates, golose frittelle a base di farina, uova e zucchero, fritte in abbondante strutto. Li chiamavano strongoulos, che in greco significa appunto “di forma rotonda, tondeggiante”. La ricetta degli struffoli alla romana invece è stata ritrovata in due trattati di cucina del 1600 del Latini e del Nascia, che ne hanno citato il procedimento di esecuzione, seguendo le indicazioni delle monache napoletane del convento della Croce di Lucca, edificato nella prima metà del ‘500 con il ricavato delle offerte raccolte appunto a Lucca da Sebastiano Puccini. Ricetta originale, tramandata fino a oggi senza particolari varianti. Ma la grande popolarità degli struffoli, croccanti fuori e morbidi dentro, è dovuta soprattutto al fatto di essere sempre stati considerati il torrone dei poveri. Chi non aveva i mezzi per acquistare il pregiato torrone fatto con le mandorle, le nocciole e il miele, in occasione delle festività si accontentava di un piatto di struffoli, per ingannare il palato.
Ingredienti * 400 g farina * 4 uova * un cucchiaio diliquore * una noce di burro * un cucchiaidi zucchero * buccia di limone grattugiata * un pizzico di sale * 300 g di miele * 150 g di zucchero * 50 g di diavulilli (confettini) * 50 g di scorzette di arancia candite * 50 g di cedro candito * 50 g di cocozzata (zucca) candita * olio extravergine di oliva (o di semi) per friggere. PREPARAZIONE Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata del limone, il cucchiaio di liquore (Strega o Limoncello) e il sale, fino a ottenere un composto omogeneo e sostenuto. Dategli la forma di una palla e fatela riposare almeno un'ora. Trascorso il tempo di riposo, lavoratela ancora brevemente, prendete un pezzo per volta e rotolandolo sotto le dita formate dei bastoncini sottili spessi un dito, tagliateli a tocchetti e disponeteli, senza sovrapporli, su un telo infarinato. Al momento di friggerli, poneteli in un setaccio e scuoteteli in modo da eliminare la farina in eccesso. Iniziate a friggerli in una padella con abbondante, olio, pochi alla volta, finché saranno dorati, sgocciolateli bene e poneteli su carta assorbente. Quando avrete terminato di friggerli tutti, mettete in una pentola, a fondo rotondo, il miele e lo zucchero con due dita di acqua e portate a ebollizione. Lasciate scomparire la schiuma, diminuite la fiamma e versatevi dentro gli struffoli con la metà dei canditi, tagliati a pezzetti piccolissimi e mescolate bene, per distribuire uniformemente tutto il miele. A questo punto versate gli struffoli in un piatto e, con le mani bagnate di acqua fredda, date loro la forma di una ciambella con un grosso buco al centro. Subito dopo spargetevi sopra i confettini colorati e decorate con i canditi rimasti, tagliati a strisce sottili. www.lacuocagalante.com Ricetta pubblicata sul numero di dicembre 2019 del mensile qbquantobasta
500 g pere essiccate (Kletzen) 500 g uva sultanina 500 g nocciole intere 20 g di scorza di arancia candita 1 cucchiaino colmo di cannella tritata 1 cucchiaino colmo di chiodi di garofano tritati 2 confezioni di zucchero vanigliato scorza di un limone biologico grattugiata 125 ml rum 1 pizzico di anice 1 pizzico di finocchio 1 pugno di zucchero di canna grezzo
Ingredienti per l’involucro di pasta e i panetti
1 kg farina di segale tipo 0 o farina fine I kg farina di frumento tipo 00 2 cubetti di lievito 1 cucchiaio di sale 1 pizzico di zucchero 1 cucchiaio di olio acqua tiepida
Come prepararlo
Il primo giorno cuocere le pere essiccate fino a farle ammorbidire, poi lasciarle raffreddare e tritarle finemente con una mezzaluna.
Mescolare tutti gli ingredienti per il ripieno e lasciarli riposare una notte. Se necessario, aggiungere al ripieno una piccola quantità di acqua di cottura delle pere essiccate.
Il giorno successivo preparare l’impasto per il pane: a tal fine mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola grande.
Aggiungere poco alla volta acqua tiepida finché, lavorando energicamente l’impasto, questo diventa liscio e compatto. Lasciare riposare l’impasto un’ora, quindi lavorarlo nuovamente.
A questo punto pesare la frutta per il ripieno e dividerla in quattro o cinque porzioni dello stesso peso.
Incorporare una porzione di frutta ogni 300 g d’impasto e lavorarlo fino a formare una pagnotta. Si otterranno quattro o cinque pagnotte.
Stendere il resto dell’impasto in uno strato sottile, tagliarlo in tante parti quante sono le pagnotte formate e avvolgervi i panetti d’impasto alla frutta.
Lasciare riposare le pagnotte altri 20 minuti.
Preriscaldare il forno a 180 °C. Spennellare le pagnotte con olio e forare l’involucro dell’impasto con una forchetta.
Cuocere in forno per un’ora, posizionando nel forno un pentolino d’acqua (resistente al calore).
Se rimane dell’impasto ovviamente lo si può utilizzare per cuocere dei panini semplici.
Deriva dal garum degli antichi Romani, per molti somiglia nel sapore alla salsa di soia. Ma la colatura di alici di Cetara è tipicamente campana, anzi più precisamente di questo tipico borgo di pescatori che è anche Patrimonio dell'Unesco.
Ingredienti
400 g di spaghetti 4 cucchiai di colatura di alici di Cetara 8 cucchiai di olio extravergine di oliva 3 spicchi d’aglio peperoncino e prezzemolo q.b sale q.b
Preparazione
Fate bollire gli spaghetti in abbondante acqua con poco o niente sale, poiché la colatura di alici è molto salata.
Nel frattempo scaldate in una capiente padella antiaderente uno spicchio d’aglio e un peperoncino, facendo soffriggere a fuoco basso.
Quando l’olio si scalda, aggiungete un mestolo di acqua di cottura della pasta.
Scolate gli spaghetti al dente e terminate la cottura in padella.
Aggiungete il prezzemolo tritato e la colatura di alici. Impiattate e condite con un filo di olio extravergine di oliva a crudo.
Potete accompagnare con un vino Costa D’Amalfi Bianco.