Come fare le favette triestine
La ricetta è tratta dal mio libro Com'è dolce Trieste di qubì editore. “Compaiono verso la metà di ottobre nelle vetrine delle pasticcerie le fave bianche, rosa e marrone, dolci di piccole dimensione a base di mandorle” scrive Mady Fast nel suo imprescindibile volume Mangiare triestino. Storia e ricette.
La loro caratteristica è di non contenere né pinoli, né farina. La loro morbidezza dipende dal rapporto mandorle - zucchero (maggiore la percentuale di mandorle, maggiore la morbidezza).
Che cosa vi serve
250 g di mandorle pelate
3 albumi
200 g di zucchero semolato
2 cucchiai di Rosolio bianco
2 cucchiai di Alchermes
2 cucchiai di Acqua di Rosa
3 cucchiai di cacao amaro in polvere
una bustina di zucchero vanillinato
Come prepararle
Scaldate il forno a 140 °C. Versate le mandorle su una teglia e tostatele facendo attenzione a non bruciarle. Fatele poi raffreddare e tritatele finemente aiutandovi con un mixer.
Montate gli albumi aggiungendo gradualmente lo zucchero vanillinato e lo zucchero semolato. Unite le mandorle ridotte in polvere mescolando il tutto con una spatola.
Dividete in tre parti l’impasto ottenuto e aggiungete al primo il cacao, al secondo il Rosolio bianco e al terzo l'Acqua di Rosa e l'Alchermes.
Prelevate dai vari impasti delle piccole porzioni e fate delle palline della grandezza di una ciliegia.
Mettetele su una teglia coperta di carta forno. Scaldate il forno in modalità ventilato a 100 °C.
Cuocete le favette per dieci, quindici minuti. Non dovranno scurirsi. Fatele raffreddare bene prima di servirle. Si conservano per almeno una settimana. Se riuscite a non mangiarle.
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