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Ritorna il concorso Raccontate il vostro formaggio del cuore!

Latteria turnaria di Santo Stefano di Buja, 1984 (archivio Luciano Di Bidino)Latteria turnaria di Santo Stefano di Buja, 1984 (archivio Luciano Di Bidino)

 

Ringraziamo l'Ecomuseo delle Acque del Gemonese e il Comune di Gemona del Friuli, che anche quest'anno hanno scelto la nostra rivista per collaborare alla promozione del concorso Raccontate il vostro formaggio del cuore, concorso, giunto alla quinta edizione,  che ha anche il patrocinio di Pro Glemona e Slow Food - Condotta “Gianni Cosetti”. Quest'anno - dall'8 al 10 novembre - siamo alla XX edizione della manifestazione “Gemona, formaggio e dintorni” nel corso della quale saranno proclamati i vincitori. Sarà quindi un'edizione davvero speciale. il concorso ha lo scopo di fare conoscere diversità e qualità dei formaggi prodotti in Italia e nelle vicine Austria e Slovenia. Il concorso vuole invogliare gli “appassionati scrittori di cucina” (food blogger e food writer) a confrontarsi con il formaggio, che entra in numerose ricette sia della tradizione che dell’innovazione. Per partecipare è richiesto l’invio, entro il 20 ottobre, di un articolo inedito che descriva un formaggio a latte crudo che abbia peculiarità particolari o sia a rischio di estinzione (come i Presìdi e i prodotti dell’Arca del Gusto di Slow Food), accompagnato da una ricetta della tradizione rivisitata o da una preparazione personale avente come ingrediente principale il formaggio oggetto della descrizione.

foto di Ersilia Tondolofoto di Ersilia Tondolo

Da dove arriva e come viene fatto quel tipo di formaggio? Perché è espressione di quel territorio e non di altri? Senza un buon latte si ottiene comunque un buon formaggio? Un buon formaggio ha necessità di additivi e conservanti? Perché i formaggi a latte crudo stanno scomparendo? A queste e ad altre domande il concorso chiede di dare risposta. Gli “appassionati scrittori di cucina” vengono invitati ad andare oltre la ricetta raccontando non solo la preparazione di un piatto a base di formaggio ma anche la storia di quel formaggio e il luogo di origine.

 Scarica il bando con il regolamento QUI

 

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33 caseifici celebrano il Parmigiano Reggiano di Montagna

Parmigiano Reggiano di montagnaParmigiano Reggiano di montagna

Da venerdì 2 a lunedì 5 agosto 2019 33 caseifici saranno presenti a Casina per fare assaggiare, vendere e raccontare il Parmigiano Reggiano di Montagna. Il sapore deciso e il colore giallo paglierino intenso rendono il Parmigiano Reggiano di Montagna un prodotto dalle caratteristiche inconfondibili e sempre più richiesto sulle tavole dei consumatori. Basti pensare che nel 2018 il 21,6% della produzione totale della DOP, ben 800.318 forme, è avvenuta nei 93 caseifici di Montagna sparsi nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna dove sono impiegati oltre 1.100 allevatori. È proprio per valorizzare e promuovere questa eccellenza italiana che si terrà la 53° Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina, sull'appennino reggiano: quattro giorni di eventi, spettacoli e iniziative pensate per tutti, adulti e bambini.

Degustazione e acquisto Parmigiano Reggiano di montagna

Forme di 24 e 30 mesi in degustazione con possibilità di acquisto. L’appuntamento più atteso della Fiera sarà la gara tra i diversi Caseifici aderenti alla manifestazione (“il Palio del Parmigiano Reggiano”) che si terrà lunedì 5 agosto alle 21.00 in piazza IV Novembre: ciascun caseificio aprirà una forma che sarà giudicata da sei assaggiatori diplomati Assaggiatori Parmigiano Reggiano. Ci sarà inoltre la tradizionale gara di taglio della forma: sotto gli occhi del giudice e del pubblico, i mastri casari si sfideranno nel tagliare a mano una forma, sino a spaccare, al grammo, la singola punta.

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Formaggi e latticini con latte di capra

Si chiama “All’ombra della Madonnina” ed è la più importante manifestazione in Italia dedicata a formaggi, yogurt e latticini realizzati con latte di capra. Si svolge sabato 4 e domenica 5 maggio 2019 a Cascina Cuccagna, ed è organizzata da Onaf, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi.  Laboratori, degustazioni, incontri con i produttori e workshop per conoscere asseggiare questi prodotti.

La 14ma edizione, realizzata in collaborazione con Regione Lombardia, ha ottenuto il patrocinio del Comume di Milano ed è stata inserita nel calendario delle attività della Milano Food City 2019. Si riconferma la collaborazione con ARAL-APA (Associazione Regionale Allevatori della Lombardia), il cui supporto è fondamentale per la realizzazione del concorso caseario.
Programma 2019
Sabato 4 Maggio Percorso Sensoriale: 5 tappe per scoprire come il formaggio si racconta non solo attraverso il gusto, ma anche vista, olfatto, tatto e, perchè no, udito; un percorso che si conclude con una piccola degustazione guidata un Maestro Assaggiatore di Onaf Milano. Edizione straordinaria del mercato agricolo, organizzato da Cascina Cuccagna dove saranno in vendita prodotti alimentari biologici (verdure, formaggi, salumi...) provenienti dalle cascine limitrofe. dalle 12:00 Inizio XIII Concorso “All’Ombra della Madonnina” dedicato a formaggi e yogurt realizzati con solo latte di capra
dalle 19:00 Happy Goats Hour: tra gli oltre 200 formaggi in concorso sarà possibile scegliere quali degustare e abbinare una birra artigianale del Birrificio Italiano Milano o un calice di vino, in collaborazione con “Un Posto a Milano” dalle 11:00 alle 19:00 Mercato Agricolo di “Cascina Cuccagna”, edizione speciale in occasione de “All’ombra della Madonnina”
Domenica 5 Maggio
Degustazioni. h 11:00 Api e Capre: Degustazione di Formaggi Caprini e miele, in collaborazione con @Ami-Ambasciatori dei mieli. 3 formaggi diversi per tipologia, stagionatura abbinati ad una selezione di mieli insoliti.
h 14:30 Vini&Formaggi: abbinamento di vini e formaggi, quali vini scegliere per vassoio variegato di caprini h. 16:30 Bionda, Rossa o... : degustazione guidata di formaggi di capra in purezza e in abbinamento ad una speciale selezione di birre artigianali del Birrificio Italiano.
Laboratori H: 14:30 Facciamo insieme il formaggio: piccolo laboratorio di caseificazione per bambini in collaborazione con Ass. “Il Ticinello”
h 15:00 NOVITA’, laboratorio per adulti di caseificazione! Adriana, Casaro e Maestro Assaggiatore Onaf, ci guiderà nella preparazione del formaggio e guiderà una piccola degustazione al termine.
Ulteriori dettagli QUI 

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Montasio e Sake: Kampai

far east montasio e sakefar east montasio e sake

World Premiere KAMPAI! Sake Sisters (Japan/USA 2019) il 1 maggio 2019 alle 13 al Teatro Nuovo di Udine nell'ambito di Far East Film Festival, che quest'anno unirà non solo due culture ma anche due sapori, due eccellenze, dei rispettivi territori: Sua Maestà il Sakè e Sua Maestà il Montasio! Dopo la proiezione di “KAMPAI! Sake Sisters”, sul grande schermo udinese in prima mondiale, ci sarà un imperdibile talk-degustazione di Montasio e Sake, durante la quale interverranno la produttrice, Miho Imada, e la sommelier di sake Giovanna Coen, collaboratrice del mensile qbquantobasta. Il film, che vede il ritorno del regista Mirai Konishi, indaga la presenza femminile nell’industria giapponese del sake, un tempo dominata dagli uomini. A guidare lo spettatore in questo affascinante mondo, tre donne pioniere del settore: Miho Imada, figlia di un mastro produttore a capo di un vecchio stabilimento di Hiroshima, e ora lei stessa produttrice; Rebekah Wilson-Lye, consulente neo-zelandese che mette in relazione i produttori di sake con altre realtà industriali; e Marie Chiba, giovane e carismatica proprietaria di un sake-bar a Tokyo, che si diverte a creare originali combinazioni tra la tipica bevanda e vari prodotti culinari.

L’evento, organizzato in collaborazione con il Consorzio Formaggio Montasio e con qbquantobasta prevede l’ingresso alla degustazione solo in abbinamento al biglietto per il documentario “KAMPAI! Sake Sisters”. Info e prenotazioni alla biglietteria del Teatro Nuovo. Solo 50 i posti disponibili.

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Formaggi di malga all'asta

A Sutrio successo per FORMANDI con assaggi e la singolare asta dei formaggi di malga. Il miglior formaggio di malga della montagna friulana è risultato quello di Malga Montasio, seguito da quello di Malga Lavareit e Malga Pramosio. Il premio popolare dei numerosi turisti che hanno visitato la rassegna e fatto gli assaggi è andato a Malga Zoufplan.

24 le malghe della Carnia, del Canal del Ferro-Val Canale e del Pordenonese che hanno partecipato a FORMANDI. L'asta ha dato modo ai partecipanti di aggiudicarsi i prodotti nella monticazione 2018, già in parte introvabili, e alcune forme particolarmente pregiate e solitamente irreperibili. 28 i lotti di 3 forme ciascuno in lizza, comprese 7 forme di alta stagionatura e 3 forme di malghe Presidio Slow Food. Si è registrato un forte rialzo della base d’asta, con una media di 18 € al kg e con punte, per i lotti di alcune casere, che hanno toccato i 25 € al kg e di 30 € per le forme di alta stagionatura. 

Grande soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dagli organizzatori, Cooperativa Malghesi di Carnia e Val Canale presieduta da Massimo Peresson, Friulmont, Proloco di Sutrio.
Realizzato nell’ambito del progetto “MO.MA, una montagna di Malghe” in collaborazione con Ersa e il sostegno di PromoturismoFVG. 

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Perenzin presenta tre nuovi ubriacati

La Perenzin, storica latteria di Bagnolo (San Pietro di Feletto TV)  rende omaggio a Luigi Manzoni, celebre per aver creato i vini che portano il suo nome, pioniere della ricerca genetica in ambito enologicoelebre per aver creato i vini che portano il suo nome, pioniere della ricerca genetica in ambito enologico. Presentate in anteprima tre nuove creazioni casearie realizzate in occasione del 50° anniversario della scomparsa dell’illustre scienziato: formaggio biologico affinato al Manzoni Bianco, formaggio di bufala affinato al Manzoni Moscato e formaggio affinato al Manzoni Rosso. Il "Progetto Manzoni" fonde la storia e il lavoro dell'enologo Luigi Manzoni alle tecniche tradizionali dell'arte casearia dell'ubriacatura, sviluppate dal caseificio di San Pietro di Feletto a partire da Valentino Angelo Perenzin che è vissuto nello stesso periodo.

«E’ per noi un onore - ha dichiarato la titolare Emanuela Perenzin - dedicare questa linea esclusiva di formaggi ubriacati a Luigi Manzoni a 50 anni dalla sua morte e a Valentino Angelo Perenzin, entrambi protagonisti in due ambiti che viaggiano da sempre paralleli: il vino e il formaggio. La qualità del nostro latte, del vino e dell’uva utilizzati per affinare i nostri formaggi, il lento processo di affinamento che è anche il segreto del nostro caseificio, l’unicità della nostra microflora che risale agli anni ’50 del 1900, il sentore profumato ma non invasivo, adatto sia alla cucina tradizionale sia a quella contemporanea, sono le caratteristiche dei 3 formaggi realizzati da Luca Longo, il nostro casaro, e da Matteo Piccoli, responsabile delle ubriacature».

Le tre nuove creazioni casearie sono

ANNIVERSARY BIANCO - Prodotto con latte biologico pastorizzato di vacca veneto, stagionatura 10 mesi, affinato con vinaccia di Incrocio Manzoni Bianco 6.0.13. Contraddistinto da una elegante texture, solubile e corposa, dolce, con delicati ricordi di burro e caramello tostato, aromi floreali dati dal vino.

ANNIVERSARY MOSCATO - Formaggio da latte pastorizzato di bufala veneto, stagionatura 11 mesi, affinato con vinaccia di Incrocio Manzoni Moscato 13.0.25. Caratterizzato da una particolare ricca texture, corposo, dolce, con leggero sentore animale, delicato aroma fruttato dato dall’affinamento.

ANNIVERSARY ROSSO - Prodotto con latte pastorizzato di vacca veneto, stagionatura 9 mesi, affinato con vinaccia di Incrocio Manzoni Rosso 2.15. Caratterizzato da una pasta solubile, mediamente corposo, rotondo, delicatamente dolce, leggero ricordo di frutti di bosco. 

Ringraziamenti per la fornitura di vinaccia e vino a: Case Paolin, Casa Roma, Azienda Agricola Conte Collalto e Azienda Agricola Nadal Valerio; per il vino in degustazione a: Sara Meneguz, Ca’ di Rajo, Le Manzane, Molon Luigino, Perlage, Azienda Agricola Conte Collalto e Casa Roma.

Perenzin Latteria nasce nel 1898 da un’idea di Domenico Perenzin; dopo oltre un secolo di vita, vede oggi la quarta generazione alla guida dell’azienda con Emanuela Perenzin e la collaborazione dei figli Erika e Matteo che rappresentano la quinta generazione. Da sempre, lavora il latte di vacca, a cui si sono poi affiancati quello di capra (dal 1999) e quello di bufala (dal 2010). Produce formaggi tradizionali e biologici, pluripremiati nei concorsi sia italiani che internazionali. L’azienda distribuisce in tutta Italia ed esporta in Europa, Usa, Canada e Australia. Qualche dato: 1,8 milioni di litri di latte lavorati ogni anno; 32 mila forme di formaggio prodotte ogni anno; produzione: latte di capra 54%, latte biologico 61%, prodotto esportato 20%; fatturato 2017: 3,2 milioni di euro.

 

 

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Formaggi caprini di malga i vincitori

Foto Ennio PittinoFoto Ennio Pittino

Sì è conclusa la 44^ Mostra Mercato del formaggio e della ricotta di malga di Enemonzo, a cui collaborato anche ERSA, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, nell’ambito di due iniziative di collaborazione transfrontaliera del Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020: “MADE - Malga and Alm Desired Experience”, per conservare e tutelare il patrimonio culturale e naturale, nonché le conoscenze dell'agricoltura tradizionale nella zona alpina e “TOP-Value Il valore aggiunto del Prodotto di montagna”, per favorire l’adesione all’indicazione facoltativa “Prodotto di Montagna” da parte dei produttori di questi territori. Numerosi sono stati gli eventi che hanno visto protagonista l’Ente. Sabato 15 settembre i tecnici dell’ERSA hanno proposto una degustazione dei prodotti di malga regionali, aperta al pubblico, con un approfondimento guidato sulle caratteristiche dei formaggi e delle ricotte di alpeggio. Domenica 16 è stata la volta del convegno che ha visto un’ampia partecipazione di “addetti ai lavori”, durante il quale il prof. Giulio Cozzi dell’Università di Padova (dipartimento di medicina animale, produzioni e salute) ha relazionato sul tema “Riflessioni sulle ricadute positive nelle produzioni di malga dovute alla corretta interazione tra razze alpeggiate, alimentazione e gestione dei pascoli”. A seguire Ennio Pittino, tecnico dell’ERSA, ha spiegato ai presenti le modalità con cui si sono svolte le fasi di valutazione dei prodotti in concorso. Particolare attenzione è stata data ai formaggi caprini di malga, che per la prima volta sono stati inseriti, con apposita classifica, alla rinomata kermesse.

Categoria “Formaggio di malga”

 

Malga

Comune

Gestore

Casaro

1^

Montasio

Chiusaforte

AAFVG

Toffolo Simone

2^

Confin

Venzone

Colomba Ennio

Colomba Daniel

3^

Valuta

Socchieve

Erman Mirko, Erik e Petris L.

Erman Bernardino

Categoria “Ricotta affumicata di malga”

1^

Lavareit

Paluzza

Soc. Coop. Agricleulis

Flora Davide

2^

Casavecchia

Forni Avoltri

Gressani Aulo

Gressani Aulo

3^

Pramosio

Paluzza

Screm Marino e Pietro

Paluber Samuele

Categoria “Formaggio caprino di malga”

1^

Fossa de Bena

Polcenigo

De Conti Giovanni

De Conti Giovanni

2^

Lavareit

Paluzza

Soc. Coop. Agricleulis

Mella Anna

3^

Vinadia Grande

Prato Carnico

Piazza Mauro

Rupil Daniele

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Caseifici agricoli aperti

Il 15 e 16 settembre 2018 in diciotto regioni d’Italia si potranno visitare settantadue Caseifici Agricoli e conoscere i produttori che trasformano direttamente il proprio latte. Si potranno visitare la stalla o il pascolo, vedere da vicino mucche, pecore, capre e bufale, per capire che cos’è il vero benessere animale, che cosa significa allevare gli animali rispettandoli e quanto la loro alimentazione incide sulla qualità del latte e di yogurt, burro, formaggi che l’azienda produce. E naturalmente si potranno acquistare prodotti speciali. In Friuli Venezia Giulia potrete visitare: Zore (Taipana), Bordiga (Gonars), Fabee (Sesto al Reghena), San Gregorio (Aviano), Gruden-Zbogar (Sgonico), aziende che aderiscono anche al marchio regionale Cuore caprino 100% FVG) e Zoff (Borgnano) che produce latte vaccino. Tutte le info QUI  

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Formaggio e ricotta di malga a Enemonzo

Caprini di malga ph Ennio PittinoCaprini di malga ph Ennio Pittino

44esima Mostra Mercato del formaggio e della ricotta di malga di Enemonzo, a cui collabora anche quest’anno Ersa Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Sabato 15 settembre 2018 alle 15.00 a Casa Fachin approfondimento guidato sulle caratteristiche dei formaggi e delle ricotte di malga rivolto a ristoratori, somministratori di prodotti lattiero caseari e gestori di agriturismi. Anche domenica 16 ci sarà un momento tecnico, alle 10.00, con il convegno “Riflessioni sulle ricadute positive nelle produzioni di malga dovute alla corretta interazione tra razze alpeggiate, alimentazione e gestione dei pascoli”. Relatore il prof. Giulio Cozzi dell’Università di Padova, dipartimento di medicina animale, produzioni e salute. Il tecnico Ersa Ennio Pittino approfondirà l’argomento delle commissioni e i criteri di valutazione delle produzioni di alpeggio. Al  concorso del formaggio e della ricotta di malga sono previste infatti due commissioni di valutazione dei prodotti di malga del Friuli Venezia Giulia, convocate da ERSA: la prima giudicherà i “formaggi di malga” prodotti nella stagione 2018 e presentati al concorso, la seconda premierà le “ricotte affumicate” e, per la prima volta, i “formaggi caprini”. La scelta di allargare il concorso a questa categoria deriva dal fatto che ci sono circa 10 malghe che hanno iniziato a produrre formaggelle a latte caprino in purezza. Alle 17.00  di domenica cooking show  con  rivisitazione e degustazione aperta al pubblico dei prodotti di malga.

Ricotte affumicate di malga ph Ennio PittinoRicotte affumicate di malga ph Ennio Pittino

Buono a sapersi
Nella nostra regione sono 161i  pascoli utilizzati per l’alpeggio e censiti nel 2013: 48 sono dotati di idonee casere registrate per la trasformazione casearia. 24 malghe producono secondo il disciplinare delle PPL (Piccole Produzioni Locali); 3 rientrano nel presidio Slow Food “Çuç di mont”; 1 malga è registrata con produzione BIO e un’altra con i riconoscimenti PDM (Prodotto Di Montagna) e DOP (produzione Di Origine Protetta). Ersa, in questo settore, garantisce un’assistenza specializzata indirizzata prevalentemente alle attività di trasformazione lattiero-casearia in quota. 

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Tra monti e pecore alla scoperta del Montèbore

 

Pubblichiamo il racconto secondo classificato alla terza edizione del concorso "Raccontate il formaggio del cuore", indetto da Ecomuseo delle Acque in collaborazione con il comune e la Pro loco di Gemona del Friuli, La condotta Slow food della Carnia "Gianni Cosetti" e il mensile di gusto qbquantobasta. Ringraziamo Eleonora Gaspari per l'appassionato reportage. "Ognuno di noi ha sicuramente un cartone animato del cuore, che ci ha fatto sognare e che ancora oggi ricordiamo con una sorta di nostalgia, di quando si era piccoli, spensierati e l’unico problema era quello di non sbucciarsi le ginocchia, altrimenti chi la sentiva la mamma! Il mio cartone preferito è stato senz’altro Heidi, dolce, curiosa, determinata e piena di vita che riesce perfino a intenerire il cuore del nonno dal carattere burbero, rude e piuttosto silenzioso. Io, che abitavo in città, vedevo Heidi come una bambina fortunata con le sue corse in mezzo ai campi, il suo amico a quattro zampe, Nebbia, il suo compagno di avventure Peter e le sue bellissime caprette Bianchina e Bella. A distanza di anni vivo ancora in città, Heidi rimarrà sempre il mio cartone animato del cuore, ma… da Natale dell’anno scorso, posso dire di avere anche io una capretta, anzi per la precisione una pecora, ma non una pecora qualunque, una pecora da Montébore che vive nelle valli Piemontesi. L'ho adottata grazie al mondo dei social, come regalo di Natale. Non è stato semplice da spiegare, molta gente l’avrà interpretata come l’ennesima mia pazzia. In realtà è stata una scelta dettata dal cuore, dal mio amore per i formaggi e dalla voglia di mantenere in vita un pezzo della cultura gastronomica italiana, ossia il formaggio Montébore prodotto nell’Alessandrino e annoverato tra i formaggi tutelati dal Presìdio Slow Food. 

L’adozione è una forma originale per aiutare il caseificio al proprio mantenimento, alla sussistenza del bestiame e alla salvaguardia e produzione del formaggio, che altrimenti andrebbe perso. Durante la festa dedicata alle famiglie adottive ho avuto la possibilità di conoscere la mia “Bianchina”, di mungerla e di assistere alla produzione del formaggio. Insomma mi sono sentita una piccola Heidi. Il formaggio Montébore è un formaggio a latte crudo, attualmente prodotto solo da una cooperativa che grazie alla ricetta dell’unica depositaria, Carolina Bracco, è stato rimesso in produzione dopo un lungo periodo di fermo. E' prodotto nella sola zona delle Valli Curone e Borbera ed è composto al 75% da latte vaccino, di  quattro razze diverse di mucche, le Brune Alpine, le Tortonesi, le Genovesi e la Cabannina, mentre il restante 25% è latte ovino, prodotto appunto della pecora Montébore. 

monteboremontebore

La tradizione del Montébore è antichissima e sulla paternità della tipica forma a torta nuziale, 3 formelle a dimensione decrescente, vi sono opinioni diverse. C’è chi la attribuisce  alle nozze che si tennero a Tortona nel 1489 tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, quando l’unico formaggio contemplato nel menù, era proprio il Montébore: la forma è stata interpretata come un omaggio ai novelli sposi. Altri, invece, ritengono che sia da ricondursi ai torrini del Castello di Montébore, frazione del comune di Dernice in provincia di Alessandria, la cui peculiarità è proprio data dalla forma a torta nuziale. Tuttavia, la nascita di questo prelibato formaggio, sembrerebbe ancora più antica, grazie all’arte casearia dei monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Maria di Vendersi, ubicata sul monte Giarolo attorno al quale si svilupparono le tre Valli Grue, Curone e Borbera. Ed è proprio in queste valli che i contadini durante tutto l’anno producevano il formaggio. Nel periodo invernale stavano a valle, dove il bestiame veniva ricoverato nelle stalle e nutrito principalmente con il fieno prodotto durante il periodo estivo. In estate, invece,  si trasferivano nelle baite assieme al bestiame che poteva quindi nutrirsi di erba fresca, ricca di principi nutritivi regalando un sapore più intenso e corposo al latte, dando vita a un formaggio dal gusto pieno, ricco e saporito. 

 Il latte di pecora è meno grasso rispetto a quello vaccino, ma il tipico sapore pungente e leggermente salato conferisce al formaggio una nota piccante naturale che viene esaltata ancora di più con una stagionatura di quattro o cinque mesi.  Il Montébore come detto precedentemente, è un formaggio a latte crudo, ossia lavorato appena munto e quindi a una temperatura compresa tra i 35° e 37°.  I contadini all’interno delle stalle avevano una zona dedicata alla produzione del formaggio e ciò faceva in modo che  il latte non si raffreddasse ma mantenesse la giusta temperatura. Una volta versato il latte di vacca e di pecora all’interno di grossi recipienti (oggi si usano delle vasche in rame) veniva aggiunto del caglio naturale, solitamente l’abomaso del vitello. Una volta che il contadino aveva aggiunto il caglio naturale al latte, attendeva circa un’ora così che si formasse la cagliata. Trascorso il tempo di rapprendimento, la cagliata veniva rotta ottenendo dei grumi della dimensione di una noce, dopo un ulteriore riposo di circa mezz’ora,veniva ulteriormente rotta così da avere dei grumi della dimensione di una nocciola. Il prodotto ottenuto veniva posto nelle formelle, chiamate “ferslin”, dal diametro decrescente. Nella mezz’ora successiva per favorire la fuoriuscita del siero, la pasta veniva girata per quattro o cinque volte, quindi ogni formella veniva salata a mano e riposta in un luogo fresco per le successive 10 ore. Trascorso il tempo di riposo, il contadino toglieva il formaggio dai ferslin e le forme venivano sovrapposte così da creare la tipica forma della torta nuziale o “castellino”. 

Le forme venivano poi messe a stagionare in un luogo fresco e asciutto. Il Montébore viene ancora prodotto come vuole la tradizione, utilizzando le formelle di diverso diametro, il tutto a mano, senza l’aiuto di macchinari ma solo con la sapiente maestria dei casari, che con amore e passione danno vita a questo piccolo gioiello gastronomico.  E’ possibile degustare il Montébore già dopo 20 giorni. In questo caso avremo un formaggio a pasta morbida e pastosa, dal sapore delicato e dolciastro. Per una stagionatura media si dovranno attendere due mesi, mentre gli amanti del formaggio stagionato, potranno degustarlo dal quarto/quinto mese e potranno percepire il piccante dato dal latte di pecora che si sposerà perfettamente con composte di frutta e verdure dolciastre quali zucca, zucchine e verza. Dopo i 6 mesi di stagionatura il Montébore può essere utilizzato in sostituzione del formaggio da grattugiare. Il Montébore è un formaggio a tutto tondo, che accontenta il palato di tutti gli amanti del formaggio che colgono ogni minima sfumatura grazie al mix di latte vaccino e di pecora. Un formaggio che grazie all’alimentazione invernale o estiva del bestiame può conferire sentori diversi lasciando inalterato il carattere e la leggera piccantezza. Il Montébore è sicuramente il formaggio del mio cuore perché grazie all’adozione lo sento un po’ anche mio, perché la sua storia mi ha affascinata dal primo momento che l’ho letta e perché lui un po’ mi rappresenta dolce ma all’occorrenza pungente, morbida ma quando serve dura e decisa. Ed è proprio dalle note pungenti, piccanti e decise di questo formaggio e dal noto proverbio toscano “Al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere”, che ho cercato di esaltare al meglio il Montébore, stagionato cinque mesi, utilizzandolo per mantecare un risotto, abbinandolo a delle pere Williams spadellate con burro e rosmarino; il tutto guarnito dalla granella di nocciole, naturalmente piemontesi. Ho utilizzato anche del burro di malga per non snaturare la ricetta".  

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 Leggi anche come realizzare la ricetta Risotto mantecato al Montebore con pere spadellate

 

 

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