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Non edibile. A proposito di bucce. E di croste.

A proposito di formaggi, argomento di grande attualità, e su bucce di agrumi, riproponiamo un articolo uscito sul mensile cartaceo qbquantobasta nel maggio 2016 a firma Michela di Maria. Ci piacerebbe ricevere qualche commento da parte dei nostri lettori.  Non EDIBILE: come, dove e soprattutto perché. Sempre più spesso compare l'indicazione “non edibile” su buccia di agrumi, crosta di formaggio o involucro per l'insacco dei salumi, prescrizione che ne vieta la commestibilità. La dicitura viene riportata sull'etichetta, qualora questi cibi siano confezionati, o in cartelli posti in prossimità del prodotto se venduto sfuso e preincartato (ovvero confezionato nel punto di acquisto del consumatore).
Gli agrumi diventano esternamente non utilizzabili a fini alimentari a causa dell'uso di sostanze chimiche che evitano la formazione sulla superficie di muffe o danno ai frutti un aspetto più luminoso e lucido. A differenza dei frutti a buccia sottile, gli agrumi possono essere trattati con dosi molto più elevate di queste sostanze e la buccia, in questi casi, non può più entrare a far parte dell’alimentazione umana sotto forma di frutta candita, liquori quali il limoncello, ingrediente dolciario o anche attraverso la spremitura meccanica. Generalmente i frutti biologici non subiscono trattamenti di superficie ma anche quelli che sono posti in vendita con le foglie evidenziano l'assenza di lavorazioni post raccolta, che ne provocherebbero la perdita o la lacerazione. La Corte di Giustizia Europea ha recentemente respinto il ricorso della Spagna che chiedeva l'annullamento dell'indicazione dei trattamenti effettuati sugli agrumi post raccolta, ribadendo la volontà sempre più spinta dell'Europa di tutelare il consumatore anche attraverso la sua corretta informazione.


Altra è la questione dei formaggi che riportano la dicitura “non edibile” sulla loro crosta. Infatti per questi alimenti la dicitura potrebbe essere segnale sia di trattamenti antimuffa sia di copertura con cera o plastica, ma potrebbe essere dettata anche da una questione igienico-sanitaria. Infatti alcuni produttori caseari suggeriscono di non consumare la crosta in quanto potenzialmente contaminata da Listeria monocitogenes, microrganismo patogeno, che può causare malattia al consumatore e che la norma comunitaria (Reg.CE 1441/07, sui criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari) vuole assente nei prodotti alimentari. L'uso di questa avvertenza può essere un alibi per i produttori meno attenti al fine di abbassare la guardia riguardo il rispetto di standard elevati di igiene.
Acquistare un formaggio con la crosta non mangiabile, oltre a essere uno snaturamento di un cibo che da sempre viene apprezzato nella sua interezza, significa anche scegliere un prodotto con un grado di sicurezza alimentare inferiore, molto spesso allo stesso prezzo di uno qualitativamente migliore. Risulta sempre più determinante scegliere leggendo le etichette e soprattutto saperle leggere tra le righe per un indirizzo qualitativo sia a livello igienico ma anche, e sempre più, a livello nutrizionale.

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