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Conoscete il coniglietto mannaro?

logo qubi editore vconiglietto spicca il voloconiglietto spicca il volo

Conoscete il coniglietto mannaro? Un piccolo logo che racchiude e racconta il senso della attività editoriale di QUBI' editore. È il momento di riparlarne visto che a breve sarà pubblicato un nuovo libro dal fantasmagorico e semplice titolo We love sardoni. In sardoni we trust Non parliamo del coniglio mannaro affamato di verdure, che - nel film di animazione - Wallace e Gromit devono affrontare per salvare l'annuale Concorso della Verdura Gigante organizzato dalla esplosiva Lady Campanula Tottington.


Ci riferiamo al coniglietto che abbiamo scelto come simbolo della nostra casa editrice. Trattasi di uno dei tanti coniglietti assassini dei manoscritti medievali. Animali innocenti e indifesi che, a fondo testo, o nel margine delle pagine dei monaci amanuensi, si tramutano in killer spietati.

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Manuale di cucina per indecisi. Vi presentiamo l'autrice

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Manca poco. Manca poco. Sta per uscire un nuovo libro di qubì editore, che pubblica anche il mensile cartaceo qbquantobasta. 

Il titolo del libro è Manca il sale? Manuale di cucina per indecisi e inaugura la nuova collana qubETTI 100e + grammi di cultura.

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Qual è il canto natalizio più famoso al mondo?

Stille nachtStille nacht

Il canto di Natale più famoso al mondo fu composto oltre due secoli fa e viene ancora oggi cantato in oltre trecento lingue nel mondo. Per noi in Italia è Astro del ciel, nell'originale è Stille Nacht! Heilige Nacht!.

Chi ha inventato questo canto?

Il sacerdote salisburghese Joseph Mohr e il maestro di scuola dell’Alta Austria Franz Xaver Gruber eseguirono per la prima volta il canto nella chiesa di St.Nikola a Oberndorf, vicino a Salisburgo.

Joseph Mohr è l'autore del testo poetico, mentre la melodia è stata composta da Franz Xaver Gruber. Pochi anni più tardi alcune famiglie di cantori della Zillertal portarono il canto natalizio dall’Austria in Europa e poi nel mondo.  

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Chi è il vincitore della Prima Design Challenge?

Qing Yan ha creato Cillio straordinario set per formaggiQing Yan ha creato Cillio straordinario set per formaggiCreatività, innovazione e artigianalità sono i valori che hanno ispirato la prima edizione della Design Challenge organizzata negli USA dal Consorzio Parmigiano Reggiano in collaborazione con Kartell e ALESSI. Il contest ha offerto a studenti e designer professionisti l’opportunità di presentare concept di prodotto basate sul tema dell’Autenticità.

Premio Best of Show Award a Qing Yan per Cillio: un set di coltelli da formaggi ispirato dalle forme delle foglie degli alberi.

 

 

 

Qing è una studentessa cinese che sta seguendo studi di design presso l’Art Center di Pasadena (California). Se la serata è stata all’insegna del design, il protagonista dal punto di vista gastronomico è stato Parmigiano Reggiano con la cena a cura dello chef Michele Casadei Massari, Brand Ambassador del Consorzio negli Stati Uniti, oltre che co-fondatore ed Executive Chef del ristorante Lucciola di NYC.
Una vetrina completa delle proposte vincitrici accompagnata dalle informazioni relative ai designer sarà disponibile a breve sul sito web americano 

 

 

 

 

 

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Natura in posa: che cos'è la natura morta?

Attribuito a Jan van den Hecke, Natura Morta con frutta 1650-1660Attribuito a Jan van den Hecke, Natura Morta con frutta 1650-1660

Prima tappa di un progetto promosso dalla Città di Treviso e Civita Tre Venezie, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, è la mostra NATURA IN POSA. Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea, in programma dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020, al Complesso di Santa Caterina a Treviso.

L’esposizione documenta come il soggetto della Natura morta si sia sviluppato tra la fine del Cinquecento e lungo tutto il XVII secolo a livello europeo, attraverso 50 capolavori presentati per la prima volta, in Italia. L'esposizione, curata dalla veneziana Francesca Del Torre, ci invita a guardare sotto una nuova luce uno dei generi più suggestivi della pittura europea. Con opere di Francesco Bassano, Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou, Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni.

Il percorso, al tempo stesso tematico e cronologico, muove i primi passi dalla seconda metà del Cinquecento, con un'accurata selezione di scene di mercato e rappresentazioni delle stagioni di Francesco Bassano e di Lodovico Pozzoserrato, ancorando solidamente il tema nel contesto geografico del Veneto.

Jan Brueghel il Vecchio, Mazzo di fiori in un vaso blu, 1608 circaJan Brueghel il Vecchio, Mazzo di fiori in un vaso blu, 1608 circa

Il confronto con i mercati fiamminghi di Frederik van Valckenborch e Jan Baptist Saive il vecchio conduce il visitatore Oltralpe. È qui soprattutto, nel contesto geografico, culturale e politico dei Paesi Bassi, che tali creazioni si perfezionano e specializzano, declinandosi in alcune categorie, come le nature morte scientifiche con i mazzi di fiori, le vanitas o allegorie della caducità, le tavole apparecchiate, le nature morte religiose, le scene di caccia. Artisti quali Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou realizzano capolavori che incantano per fasto, creatività e perfezione di esecuzione. Un gruppo di nature morte italiane illustra, poi, attraverso le opere di Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni la diffusione del genere nei vari centri artistici a sud delle Alpi.

Anonimo, Natura morta con frutta 1740-1750 circa Anonimo, Natura morta con frutta 1740-1750 circa

Completa la mostra la sezione, a cura di Denis Curti, dedicata alla fotografia contemporanea che testimonia come il tema della natura morta sia presente negli scatti di alcuni degli artisti più importanti e celebrati a livello internazionale.

Il termine Natura morta, nato in Francia nel Settecento e poi adottato anche in Italia, indica una categoria di opere d’arte che ha come soggetto scene di mercato e di cucina, mazzi di fiori, frutta, tavole apparecchiate, strumenti musicali, accessori per la caccia. La cultura “nordica” descrive tali composizioni con il titolo di still leffen – still leben e still life in tedesco e in inglese – a significare pitture che ritraggono oggetti immobili (still) al naturale. Il termine nordeuropeo mette inoltre in rilievo la dimensione contemplativa di queste rappresentazioni che invitano lo spettatore alla meditazione sulla caducità delle cose umane.

Orari: Da martedì a venerdì 9.00 – 18.00

Sabato e domenica 10.00 – 19.00

Lunedì chiuso

Forse ti può interessare leggere anche: Il fascino della natura morta

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Conoscete il tokonoma nella casa giapponese?

Conoscere il tokonomaConoscere il tokonoma

Voi appassionati di cultura e life style giapponese conoscete il Tokonoma? Ne parlerà a Gorizia domenica 29 settembre alle 10.45 Giovanna Coen, che i lettori di qbquantobasta ben conoscono.

Nelle case tradizionali giapponesi o nelle case moderne che contengono una washitsu (stanza in stile giapponese) il Tokonoma (床の間) rappresenta il punto focale della stanza, non solo dal punto di vista architettonico, ma più correttamente sociale e culturale. La traduzione strettamente letterale del termine inganna: il ”tokonoma” secondo questo criterio sarebbe uno “spazio del pavimento”, con ben poco significato quindi. Ma una più attenta analisi fa scoprire come questo piccolo spazio rappresenti l’essenza della cultura tradizionale giapponese, assumendo quindi il significato di “spazio della bellezza”.
Nella casa tradizionale giapponese infatti, solitamente non sono esibiti quadri, ritratti o più semplicemente oggetti d’arte. Solamente in questo spazio, la cui origine si perde nel tempo, vengono esposte opere d’arte come pergamene (kakemono o opere di calligrafia), composizioni di fiori o stupendi bonsai, pochi oggetti, bellissimi nella loro apparente semplicità, ma rappresentativi di un intero mondo.

L’incontro vuole pertanto porre l’attenzione su questa caratteristica nicchia che, pur nella sua essenzialità, sa esprimere non solo l’eleganza e la comunione con la natura, tipica della cultura tradizionale giapponese, ma dei concetti che trascendono la rappresentazione per inoltrarsi in ambiti spirituali. 

BONSAI CLUB GORIZIA sala Dora Bassi - Via Garibaldi 7 - GORIZIA

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Se non è carne giapponese...quanto costa al chilo

Probabilmente è la carne più buona che esista al mondo, ma, sappiamo, i gusti sono gusti. Quel che è certo è che la Hida Waigu è tra le più costose, arrivando a costare anche 1.000 dollari al chilogrammo. La Taki Japan International è il primo importatore specializzato in Italia. A tutti gli effetti si tratta di carne “rurale” comprata dagli allevatori, impossibile da trovare nei canali della grande distribuzione. Ogni parte di carne arriva accompagnata da un certificato di autenticità rilasciato dal Ministero dell'Agricoltura e da un attestato di DNA – Proof, per ogni singolo animale, con tanto di impronta 3D del muso sul certificato.

Nei primi mesi di vita i manzi vengono alimentati a erba, allo stato quasi brado, per poi passare al fieno di riso e altri mangimi rigorosamente vegetali autoctoni. L’alimentazione dei bovini è determinante per far sì che la carne assuma delle qualità molto particolari. La principale caratteristica del Wagyu, riscontrabile anche a occhio nudo sui tagli ancora crudi, è la percentuale e la distribuzione di grasso interno alle fibre che forma una ragnatela, come un marmo, sempre più importante a seconda della marezzatura (marbling) di riferimento. Maggiore è la presenza di grasso tra le fibre, più è buona e pregiata la carne, ed è anche più salutare per il nostro organismo. A differenza delle carni degli animali allevati in occidente, infatti, il grasso di questi manzi presenta aminoacidi utili e grassi insaturi, che, anziché provocare l’innalzamento del colesterolo, lo riducono! Un po’ come curare la propria salute, a suon di bistecche saporite.

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